ARTICOLI ED ETICHETTE, CHE BOMBARDAMENTO!
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Magari è superfluo, ma quello che mi interessa oggi è soprattutto invitarvi a leggere criticamente quello che vi viene proposto. Siamo talmente vittime del bombardamento mediatico che ormai non siamo neanche in grado di fare il piccolo sforzo di essere critici: assorbiamo inconsapevolmente tutto. Tra tutti i bombardamenti, fate attenzione soprattutto ad etichette nutrizionali ed articoli di giornale! Purtroppo la verità non è mai (ma veramente MAI) quella che appare a prima vista, anzi dovete sempre pensare che quello che leggete è fatto sempre in modo che vi convinciate ad acquistare un certo prodotto, che sia alimentare o paradossalmente la semplice lettura di un articolo (anche in questo caso state inconsapevolmente acquistando qualcosa!). Pochi mesi fa ha fatto scalpore sul web e sui giornali una notizia pazzesca: bere il vino la sera fa dimagrire perché equivale a fare 2 ore di attività fisica al giorno! Pensate lo scalpore che ha fatto questa notizia. È bastata una settimana che tutti i giornali, tutti i siti salutistici ne parlassero. E, purtroppo, a nulla è servita la smentita ufficiale del povero studioso che aveva pubblicato un articolo sui benefici del resveratrolo (contenuto nell’uva rossa e quindi anche nel vino). È bastato questo innocuo articolo per far partire una campagna mediatica oscena, che ovviamente ha disorientato tutte le persone che non hanno una solida cultura nutrizionale (e sono tante!). Ma questo è solo un esempio. Tempo fa apparve un articolo su un importante quotidiano italiano, dal titolo, “Il paradosso dell’obeso: il grasso fa vivere meglio”. Ecco che, con un titolo del genere, siamo tutti a illuderci che, alla fin fine, “c’è troppo allarmismo…la verità è che (lo dice anche il giornale) qualche chilo di troppo fa solo bene!”. In grande, nell’articolo, si legge ancora che “le ultime ricerche smentiscono ciò che pareva assodato: magro non è sempre bello. A molte malattie si reagisce se si hanno più chili. A patto di fare esercizio”. Credetemi trovo tutto questo letteralmente inquietante. Eppure, davanti a titoli così fuorvianti, basterebbe farsi qualche domanda: “ma, se è vero, che i diabetici grassi vivono meglio, come mai la principale causa del diabete è l’alimentazione?”….”ma, se i cardiopatici grassi vivono meglio, come è possibile che la principale causa di ictus, ipercolesterolemia, infarti sia l’alimentazione?”….”ma se i grassi vivono meglio, come mai l’80% delle persone in sovrappeso ha, con l’età, problemi di artropatia gravi tali da subire interventi di protesi al ginocchio o all’anca?”… ed è proprio a questo livello che si genera un’enorme confusione: siamo ormai bombardati da notizie, articoli, pseudo studi scientifici che ci sbattono in faccia verità apparenti, ma affascinanti, stimolanti, comode, che è quello che vogliamo tutti. Ed è proprio sulla confusione che le industrie alimentari puntano, quando ci fanno vedere con orgoglio le informazioni nutrizionali sui loro prodotti, puntando l’accento su qualcosa di positivo, per nascondere la maggior parte che invece non positiva non è! Un esempio tra tutti? La margarina. Ci sono ancora persone che comprano la margarina, perché “è priva di colesterolo” e quindi è migliore di qualsiasi altro grasso di condimento! Già dagli anni 70, un numero sempre maggiore di studi ha analizzato il possibile ruolo dei grassi parzialmente idrogenati (caratteristici della margarina e responsabili della sua consistenza molle, semisolida) nell’insorgenza delle malattie cardiovascolari. In quel periodo, la margarina e i grassi simili presentavano un livello elevato di grassi trans (39-50%).
Nel 2003 l’assunzione quotidiana di grassi trans da parte degli americani era di circa 7 grammi al giorno per gli uomini e 5 per le donne. Il principale organo di controllo americano sull’alimentazione, la FDA, stimò che la presenza di grassi trans negli alimenti poteva causare la morte per patologia coronarica di 1000 americani all’anno. Con il tempo la percentuale di grassi trans nella margarina è di molto diminuita, ma resta comunque un alimento che viene proposto come “salutare” e che invece è dannosissimo. E, a proposito di confusione, c’è da dire che non sempre quello che leggiamo è comprensibile: secondo un’indagine che ha coinvolto, nel 2011, 56 Paesi, condotta dalla Global Nielsen Survey, 6 consumatori su 10 non capiscono le etichette delle confezioni. Infatti, poi, il più delle volte, non capendo bene il significato delle tabelle nutrizionali, si fidano degli slogan e degli spot.
Come, per esempio, quando si trovano di fronte ad un prodotto “magro”! Le persone sono ancora convinte che un prodotto a “zero grassi” sia un prodotto a “zero calorie”!
Ma allora, se fosse così, vorrebbe dire che lo zucchero (zero grassi) è paragonabile all’acqua fresca!… oppure pensano che “cibi grassi” sia sinonimo di “cibi cattivi”! E, in questo caso, l’olio di oliva (elemento fondamentale per la salute) sarebbe dannosissimo! Che fatica, amici, orientarci nella jungla degli articoli salutistici, delle etichette nutrizionali e degli spot pubblicitari! ….
Meglio chiudere il giornale, spegnere la tele, riporre in frigo il nostro prodotto “zero grassi” e farsi una bella passeggiata all’aria aperta!